INTERVENTI e INIZIATIVE

Da anni si parla di un nuovo ponte a Debba, ossia di un viadotto che dovrebbe collegare la Riviera con l’antica strada Pelosa e più oltre il casello autostradale di Vicenza Est.

Nel frattempo però è stata aperta la nuova tratta di autostrada A31 Sud, che , pur rimanendo ancora una cattedrale nel deserto, nella Riviera Berica almeno ha contribuito a ridurre di molto il traffico, in particolare quello pesante, il più impattante e pericoloso.

Ora rimangono problemi viabilistici soprattutto in uscita dai ponti storici di Debba verso Longare, ma risolvibili con interventi limitati.

Invece ritorna il progetto di un viadotto

L’area di intervento ricade tra i Comuni di Vicenza e Longare, in località Debba, provincia di Vicenza. E’ delimitata ad Ovest dalla SP 247 Riviera Berica e dal “monte” Bugano , ad Est dalla Strada San Pietro Intrigogna, a Nord dalla strada Pelosa e dal casello di Vicenza Est, a Sud dal Comune di Longare, attraversata dal fiume Bacchiglione prima della sua confluenza con il Tesina che in questa tratta di percorso serpeggia formando dolci anse. Tutto attorno si estende una zona golenale delimitata dagli argini maestri.

Attualmente il Bacchiglione si supera attraverso gli storici “ponti di Debba”, ora a senso unico di marcia, con servizio semaforico, per far posto ad un passaggio ciclopedonale, e collega la Riviera Berica con l’autostrada A4 e il nord di Vicenza attraverso l’antica strada Pelosa. E’ presente all’altezza dei ponti una conca di navigazione ben conservata e una centralina idroelettrica alimentata da una suggestiva cascata. Di lato verso ovest si colloca il complesso dell’ex Opificio Rossi sorto nella seconda metà dell’800. Sia strada Pelosa, che strada Casale , di S. Pietro Intrigogna e dei Ponti di Debba sono strade secondarie con unica carreggiata a due sensi di marcia.

Molteplici sono i vincoli presenti in questa zona, di interesse paesaggistico ( D.Lgs. 42/2004, art. 142, lett.c,f), per delimitazione di ambiti naturalistici di livello regionale (Art.19 PTRC), per zona interessata da pericolosità idraulica:

– Rete Natura 2000 di interesse comunitario – Area nucleo (SIC Colli Berici) e corridoio ecologico principale;

– rischio idrogeologico P1da PAI;

– contesto di primaria tutela quantitativa e qualitativa degli acquiferi.

– rischio sismico;

– vincoli paesaggistici (D.Lgs. 42/2004, art. 142, lett.c,f): contesto fiume Bacchiglione e relativo ambito fluviale, zone tampone al SIC Colli Berici;

– vincolo di ambito collinare – “particolare attenzione deve essere riservata alla valutazione dell’effetto paesaggistico di eventuali interventi sui versanti collinari esposti verso la statale, per la rilevanza percettiva legata alla posizione” (N.T.A. Pat Comune di Longare. 12.1.c2);

– vincolo storico-architettonico per la presenza di edifici rilevanti come villa Righi-Zannini in località Bugano e villa Rubini del XVIII sec. , il suo contesto figurativo, il borgo di S. Pietro Intrigogna, centro storico di grande importanza (PTCP provincia Vicenza, Tav.1) .

IL NUOVO PONTE-VIADOTTO : progetto

Il ponte viadotto secondo il progetto inizia sulla strada Riviera Berica con una rotatoria sopraelevata di 1,70 m. rispetto all’attuale sedime stradale, incassata di circa 4m, nello zoccolo del monte Bugano limitato da una storico muro in pietra. Prosegue verso il fiume e continua nell’area golenale per 500 m. verso S. Pietro Intrigogna su piloni ad un’altezza di 7 m., scavalca l’argine maestro e scende verso la successiva rotatoria di S. Pietro Intrigogna. Il piano stradale supera di 4m. l’altezza dell’argine maestro in piena vista del borgo storico e di Villa Rubini, Villa Veneta del XVIII sec. con tutto il suo contesto figurativo.

Si ferma alla rotatoria di S. Pietro Intrigogna. Dovrebbe essere collegato alle tangenziali di VI est, con il 2° STRALCIO ma ancora di esso mancherebbe un progetto di fattibilità e un sicuro finanziamento.

L’opera sarebbe quindi, tra le altre, incompleta mettendo in grave pericolosità via Pelosa e Via Casale.

Come si giustifica un’opera del genere sia come progettualità che come necessità e salvaguardia e tutela del territorio?

Lo studio dei flussi del traffico, ottobre 2020, ora di punta 7,30-8,30, non parla di traffico intenso ma di traffico MODESTO sui ponti.

Una struttura devastante, il viadotto in progetto, su una realtà ambientale estremamente particolare, formata da un tratto di campagna ancora ben conservata, da un corso d’acqua, il Bacchiglione che, con il suo percorso sinuoso attraversa una zona ricca di valenze storiche (la conca d’acqua, le prese , i salti, la chiusa), con argini intatti, frequentati dai cittadini in lunghe passeggiate, da un borgo di “grande rilevanza storica”, San Pietro Intrigogna, da Villa Rubini, villa veneta della fine del Seicento, opera di Ottavio Bertotti Scamozzi.

Una struttura tra l’altro “monca”, che si ferma alla rotatoria di S. Pietro Intrigogna, che non si sa quando proseguirà, che mette in estrema difficoltà le strette carreggiate di viabilità secondaria su cui andrebbe a confluire.

Cosa inaccettabile, pericolosissima. A chi serve?

CIVILTA’ DEL VERDE ha espresso fermo e pieno dissenso per questa nuova struttura viaria.

Studiato in modo approfondito il progetto con l’aiuto di alcuni professionisti, ha iniziato un percorso di puntuale e rigorosa analisi delle reali necessità e fruibilità dell’opera. A CIVILTA’ DEL VERDE si è unita anche ITALIA NOSTRA, sez. Medio e Basso Vicentino e Vicenza e alcuni abitanti della zona che guardavano a questo progetto con molte perplessità e dubbi.

Sempre più ci si rendeva conto che questa struttura viaria, calata dall’alto senza alcun coinvolgimento concreto della popolazione locale, si mostrava in tutta la sua assurdità, come un’operazione che era stata già decisa e che doveva essere fatta a tutti i costi.

Le motivazioni di tale opposizione sono parecchie: tra queste, di seguito le più importanti:

  • L’opera grava sulla zona in modo pesante, compromettendone il fragile equilibrio paesaggistico, idrografico, storico e culturale

  • Sono stati superati tutti i vincoli di tutela e conservazione

  • È un’opera non necessaria per il traffico della zona, quindi INUTILE e DANNOSA

  • è molto costosa, 13 milioni di Euro a fronte di 550 metri di lunghezza, 7 metri di altezza, con una larghezza di 11,5 metri: un vero ecomostro, che richiamerà ulteriore traffico. E’ stato stimato un aumento del 35- 50% di traffico anche pesante sulle strade Casale e Pelosa, assolutamente inadeguate e a qual pro?

E’ possibile una proposta alternativa di cui siamo venuti a conoscenza nella fase di studio e di confronto: abbiamo avuto la possibilità di conoscere un esempio di recupero, restauro e riuso completo di un ponte storico alla Motta di San Bonifacio. Siamo riusciti a contattare il progettista che ci ha dati consigli utilissimi : uguale intervento si potrebbe fare anche per il ponte storico di Debba che, tra l’altro, la stessa Soprintendenza ha imposto al Comune di Vicenza di restaurare essendo un manufatto del 1885 di notevole valore storico.

Le associazioni, questo propongono: il rifacimento dell’impalcato di base allargandolo e portandolo alla misura del secondo ponte, permettendo così il doppio senso di marcia, e il restauro delle sue sponde storiche come prescrive la Soprintendenza, come è stato fatto alla Motta di S. Bonifacio. Il ponte può essere allargato!

Italia Nostra di Vicenza ha contattato anche l’ing. Enzo Siviero, esperto di ponti, che ha inviato una sua relazione e si è dichiarato assolutamente contrario ad un tale progetto invasivo. In particolare:

“…L’assenza di un approfondito studio di intervisibilità non consente di evidenziare adeguatamente il livello di interferenza tra il nuovo tracciato viario e i diversi elementi del contesto paesaggistico, in modo particolare considerando il pregio di Villa Rubini. Osservando il progetto, l’incongruità dell’intervento con il contesto percepibile determinerà verosimilmente considerevoli impatti visivi ed acustici permanenti e irreversibili.

Per altro, le misure di mitigazione previste e attuate con il verde potrebbero modificare lo skyline compromettendo quello attuale, determinato dalla presenza vegetazionale lungo le orditure della trama agricola e fluviale.

Si evidenzia inoltre una condizione di intrusione del tracciato sia rispetto ai vincoli del paesaggio fluviale (art. 10 del PAT), sia in relazione ad un’area di interesse archeologico e, in tal senso, vanno approfonditi gli sudi sui possibili insediamenti risalenti VI e VII secolo d.C.

A fronte della realizzazione di un tracciato che si innesta in un territorio ambientalmente fragile e con scarse capacità di assorbimento visivo, il progetto e le relative valutazioni paesaggistiche non considerano adeguate alternative al problema viario, per altro come richiesto dall’art. 23 comma 5 del D.Lgs 50/161 . Vanno dunque esaminate reali alternative in grado mettere a confronto costi economici, costi ambientali e paesaggistici con i relativi benefici. Rispetto al progetto proposto una significativa ipotesi alternativa è di considerare la realizzazione di un ponte in affiancamento a quello esistente riducendo drasticamente impatti paesaggistici e ambientali….”

CIVILTA’ DEL VERDE è stata presente alla presentazione del progetto del nuovo viadotto nella Commissione Territorio, indetta dal Comune di Vicenza; ha organizzato una conferenza stampa sul luogo , alla presenza di alcuni giornalisti, soci e residenti; ha partecipato ad una assemblea aperta in cui sono state esposte le motivazioni tecniche della chiusura del ponte storico: assemblea alquanto movimentata, durante la quale vi sono stati, da parte di alcuni residenti, comportamenti al limite della civiltà!

Molti cittadini per porre all’attenzione il problema del viadotto si sono espressi attraverso interessanti lettere scritte al Giornale di Vicenza.

Con la collaborazione di ITALIA NOSTRA, sez. Medio e Basso Vicentino e Vicenza, abbiamo organizzato un incontro pubblico 7 Ottobre 2022, per presentare il progetto di recupero del ponte storico della Motta di S. Bonifacio (VR) con l’intervento dello stesso progettista, arch. Mazza., progetto rispettoso del territorio e della storicità del ponte e molto meno costoso.

Gli esempi ci sono basta umilmente farli propri.

Questa è l’alternativa che associazioni e cittadini più attenti hanno avanzato e che sperano possa trovare la giusta attenzione presso gli enti che vorrebbero comunque questa opera, ignorando i reali bisogni e le necessarie tutele del territorio.